"Ti prego, resta sempre così, non cambiare mai!", quante volte, innamorati, abbiamo pronunciato queste parole all'essere che incarnava la manifestazione del nostro amore? Quante volte, più avanti, ci siamo scoperti cambiati e inadatti a relazionarci con quello stesso individuo?
La vita è caratterizzata dal cambiamento e tutto ciò che ristagna, che non fluisce, che non cresce, matura e conclude con il giusto tempo il proprio ciclo vitale senza portare il suo contributo di crescita, rimane un sospeso che ci verrà ripresentato per la nostra necessità di compiere quel determinato processo.
Se esiste un trucco nel vivere senza rimanere attaccati al dispiacere che un'esperienza finisca, o alla pressione mentale che una situazione si concluda al più presto, è quello di mettersi in gioco pienamente, integri e completamente nudi davanti alla vita, sapendo che tutto ciò che arriverà, quando vissuto con apertura, è essenziale per evolverci in una nuova versione di noi stessi più completa e ricca.
Il dolore è una delle sensazioni che maggiormente cerchiamo di evitare, ma è importante permetterci di farci attraversare da questo forte vento in modo intenso e completo. Il dolore è il traghettatore che aiuta a chiudere i cicli, a fare pulizia di ogni evento non più necessario, ed è proprio lui che ci conduce al perdono di noi stessi, di chi abbiamo amato o incontrato nel nostro percoroso; attraverso le lacrime sgombra il campo, fa pulizia e ci permette di accedere a nuove esperienze più maturi, consapevoli e rigenerati.
La sofferenza, che invece è il perpetuare un ri-sentimento di dolore, potrà condurci ad una trasformazione solo quando saremo stremati e cercheremo una via di fuga da quell'inferno senza fine. Questa sensazione ci induce a chiuderci, nasconderci e non esprimerci facendoci vivere nella paura, temeremo che qualcosa di simile a quello che ha generato quel dolore si ripresenti.
Per poter vivere completamente le nostre esperienze è necessario essere presenti, questo non significa che solo il nostro corpo fisico sia collocato in un determinato luogo, ma comprende la qualità dell'ascolto che portiamo alle persone che abbiamo accanto, al manifestare ciò che sentiamo, a come ci relazioniamo sia con le nostre emozioni che con quelle di chi abbiamo accanto.
Quando non scappiamo da ciò che la vita ci porta, la qualità dei ricordi che avremo di quell'esperienza sarà limpida, vivida e nutriente.
Ogni qual volta che due persone entrano veramente in qualunque tipo di relazione, che sia davvero una relazione di incontro e scambio, si trasferiscono informazioni che arrivano fino a livello cellulare; a seguito di questa interazione ogni individuo non sarà mai più come prima, e quando la relazione si sarà espressa al suo massimo potenziale raggiungerà una nuova forma, il "come si trasformerà" dipenderà dalla disponibilità che abbiamo all'abbandonare il filtro mentale che ci fa decidere cosa sia giusto o meno per noi e per la nostra vita e per quella degli altri.
Più siamo connessi al nostro sentire, più le nostre scelte saranno caratterizzate dalla correttezza e dalla coerenza con la nostra parte più profonda e, conseguentemente, non avranno necessità di essere messe in discussione in un secondo momento.
Il mettere in discussione le scelte intraprese genera tormenti infiniti ed anche l'impossibilità di muoversi con leggerezza e profondità all'interno di un campo decisionale; se ti propongo questa espressione: "e se poi sbaglio e me ne pento?" ti suona famigliare? Quante volte ti ha impedito di muoverti verso una direzione che ti attraeva come un magnete? Che relazione hai oggi con quella decisione che non rappresentava la coerenza del tuo essere?
Riposa.
Dietro quella scelta ci sarà sempre qualcosa per te: che sia solo permetterti di ammettere che sei fallibile (come ogni essere vivente) e che ciò non costituisce un disastro; potresti accorgerti che attraverso ciò che hai chiamato errore puoi scoprire la via che ora riconosci più corretta per te; potresti sperimentare per la prima volta il coraggio, o, ancora, sviluppare conoscenze ed esperienze che ti saranno utili e determinanti in un futuro prossimo o un po' più in là nel tempo, o a chissà a quale dono che la vita può donare. In ogni caso... c'è sempre un'altra via da percorrere.
Respira.
Abbandona il giudizio di ciò che dovresti personificare e permettiti di incarnare ciò che sei in questo istante.
Riconnettiti con la leggerezza e la profondità del tuo Essere.
Aggiungi commento
Commenti