Quanto peso porti sulle spalle?
La vita è un insieme di eventi facili, sì, paradossalmente questa è la sua natura, ma quanti riescono a viverla così?
Anziché farci portare dalla vita preferiamo controllare tutto (ciò che viviamo e ciò che facciamo sperimentare a livello materiale ed emozionale alle persone che abbiamo vicino, ciò che le persone pensiamo pensino di noi), ci ritroviamo incapaci di lasciare andare ciò che non è più per noi e non vogliamo provare dolore e scomodità. Lo percepisci da questo piccolo sunto quanto può diventare difficile vivere cercando di muoversi in questo campo minato? La vita diventa complessa e pesante quando la vogliamo controllare.
Una parte dei nostri atteggiamenti che contribuisce a rendere i nostri giorni pesanti è il farci carico di fardelli che non ci appartengono; ci destreggiamo nell'arroganza di sapere cosa sia giusto e cosa sbagliato per chi è nostro compagno di viaggio ma... se ci arrendessimo? Se prendessimo in considerazione che non abbiamo una visione completa del quadro ma stiamo solo guardando un piccolissimo dettaglio? Se ci arrendessimo all'idea che non tutto dipende da noi e che non abbiamo la responsabilità di ogni cosa che si muove intorno a noi?
Cosa accadrebbe se anziché impegnarci a far funzionare le vite altrui investissimo le energie nel vivere pienamente nella nostra stessa vita esattamente così com'è?
(Rilassa il corpo, fai qualche respiro profondo, rileggi il paragrafo precedente più volte ed ascolta cosa si muove in te quando queste parole ti attraversano).
Ascoltando le storie delle persone una percezione si è fatta più vera e concreta attraverso i miei sensi: non ci sono persone che durante il loro percorso di vita in questo corpo umano non abbiano avuto esperienze prive di traumi, dolori, lacrime; nessuna vita è intrisa di perfezione se non quando è guardata superficialmente da occhi diversi da quelli che l'hanno vissuta.
Per capire come ci stiamo relazionando con gli avvenimenti e le persone possiamo fare un piccolo check guardandoci allo specchio: concediti di osservare il tuo corpo e potrai decifrare i messaggi che ti manda. Cosa ti sta comunicando? Da dove ti sta chiedendo di iniziare ad alleggerire questa esperienza?
Tra i pesi che ci portiamo sulle spalle il primo, che è il più gravoso e più ingombrante, possiamo immaginarlo come una grossa grossa calamita a cui è stato dato il nome “giudizio”; questo magnete ha una grande capacità attrattiva nei confronti di altre sensazioni e idee, così grande che tutto ciò che ha subito la sua forza si trasforma in una sorta di grande e spessa corazza che la ricopre e che con il suo peso ci sovrasta.
Questa corazza ci è stata utile per proteggerci da ogni evento che abbiamo vissuto mostrandoci diversi da ciò che siamo nelle nostra intimità ma ci ha rallentato, stancato, stressato e fatichiamo ad avvicinarci alla vita che desideriamo vivere.
Questo processo è comune perché la personalità di ciascuno di noi si è formata attraverso esperienze e giudizio: abbiamo compreso che per essere una “persona che va bene” è necessario aderire a dei parametri ben precisi, ciascuno ha personalizzato questi requisiti inserendo tutti i dati utili che è riuscito a recuperare attraverso il suo vissuto.
Quando pensiamo che comportandoci in uno specifico modo le persone penseranno di noi una determinata cosa partiamo da un presupposto fallace: la prospettiva che stiamo guardano non ha nulla che fare con il giudizio degli altri ma è il riflesso di ciò che la nostra personalità ha creato; il giudizio a cui ci stiamo sottoponendo in quell’istante parte e muore esattamente da chi lo sta generando.
Non esistono due tipi di giudizio (quello che elargiamo verso l’esterno e quello che dispensiamo verso noi stessi), il giudizio è unico e lo proiettiamo con molte sfaccettature. Può essere utile per comprendere questo meccanismo visualizzare un raggio di luce che attraversa un prisma di cristallo e si rifrange aprendosi a ventaglio con tutte le sfumature di colore di cui è composto.
Per diminuire il carico è quindi necessario ridurre sempre più le dimensioni di questo magnete in modo da poterci disabituare all’utilizzo di questa sorta di protezione.
In quali vantaggi potremmo imbatterci?
Ci farà vivere in modo più gentile e accogliente sia nei nostri confronti sia di quelli di chi incontriamo, ci permetterà di riappropriarci del nostro diritto di esistere e ci consentirà di muoverci nella vita con leggerezza e libertà.
Possiamo prenderci cura di ciò che proviamo e lasciare libere le persone che incontriamo di fare altrettanto. Siamo qui per vivere semplicemente la nostra vita e non per prenderci fisicamente carico di quella di altri individui, accompagniamo con gentilezza e verità senza dover togliere gli ostacoli davanti ai piedi di ci abbiamo vicino.
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