Ciò di cui abbiamo necessità non è una vita diversa ma occhi nuovi per guardarla e viverla.
Esistono due visioni che incarnano il desiderio di trasformazione nella nostra esistenza: una è guidata dalla fervente aspirazione a liberarsi dalle situazioni dolorose o difficili mentre l'altra invita ad affrontare le situazioni difficili o dolorose insegnandoci inaspettatamente ad attraversarle.
La prima richiesta, ovvero quella di far scomparire il dolore e le difficoltà dalla nostra quotidianità, è chiaramente utopica: non è in nostro potere eliminare gli stati di dolore dalle nostre esperienze. Quando ci muoviamo da questo spazio diamo alla vita stessa ogni potere e soprattutto la responsabilità di tutto ciò che proviamo trasformandoci in eterni protagonisti della nostra vittima interiore! Per vittima intendo un soggetto che subisce tutto ciò che avviene senza riuscire a viverlo, reputa tutto ingiusto e sente di non meritare di vivere questa esperienza.
Per vedere questo tipo di dinamica concretamente possiamo immaginare un bambino urla e a piange disperato chiedendo alla madre di distruggere tutte le scacchiere che esistono al mondo perché, non sapendo giocare una partita a scacchi, non riesce a vincere a questo gioco; il bimbo che prova frustrazione addebita agli scacchi stessi la causa del suo dolore.
La seconda visione consiste nell’imparare a vivere la vita senza dover schivare nulla, da questa prospettiva siamo diventati abbastanza grandi per vivere i nostri giorni e non subirli, ed è attraverso questo processo che il dolore non si trasforma più in sofferenza.
Il fuoco in questo caso è stato puntato sull'implementare le nostre capacità di approcciare un ascolto profondo, di visione e di comprensione tanto da sapere che i momenti più intensi sono l’anticamera di una nuova versione più grande di noi.
Da questa prospettiva lo stesso bambino non chiede di distruggere le scacchiere ma di accedere al sapere magari chiedendo al nonno di insegnargli i meccanismi del gioco e trovandosi conseguentemente a godere di momenti di divertimento e condivisione.
Il vero successo non risiede quindi nello sfuggire ad una determinata circostanza ma scoprire che abbiamo maturato in modo naturale un nuovo approccio per affrontare quella situazione che si è ripresentata alla nostra porta!
Ognuno di noi possiede uno o più nodi significativi, e ogni volta che li incontriamo, questi groppi si modificano; se siamo presenti e non ci nascondiamo possiamo osservare che ciclicamente si ripresentano con forme e intensità differenti affinché vengano compresi da nuove prospettive e la presa sarà via via sempre più allentata. Se, quando ci troviamo di fronte a uno di questi grovigli, ci consideriamo vittime e l'unica via che prendiamo in considerazione è la fuga, questa esperienza non potrà essere osservata e compresa; il groviglio, invece di allentarsi, si stringerà ulteriormente.
Ho semplificato il concetto per facilitare la comprensione di esperienze che spesso affrontiamo, ma mettere in pratica quanto hai appena letto può risultare complicato, ci sono momenti in cui le difficoltà ci fanno girare la testa e ci pietrifichiamo! In questi frangenti, scopriamo che avere un supporto esterno è come avere un supereroe al nostro fianco, pronto a guidarci con dolcezza dove i nostri occhi in quel momento non sono in grado di condurci.
Dalla mia esperienza diretta, sperimentata sulla pelle nuda, ho constatato che l'idea di fare tutto da soli non si dimostra sempre una strategia efficace, anzi, può diventare un ostacolo che complica le situazioni, richiedendo molto più tempo e facendoci vivere sofferenze inutili.
Se sei in difficoltà prendi per mano la tua vergogna, il tuo senso di inadeguatezza sapendo che non sei solo, tutti attraversiamo queste sensazioni, abbandona l'inutile valutazione di ciò che la tua mente pensa che tutti (ma tu in particolare) dovrebbero saper affrontare da soli e chiedi aiuto: non c'è nulla di male nel farti sostenere nel riconoscere quali risorse hai già a disposizione per superare questo momento difficile.
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